Riflessioni sul senso del tatto

Uno schiaffo, una carezza, un morso, un bacio, espressioni di sentimenti opposti recepiti soltanto dal tatto, da ambedue gli attori, chi compie l’azione e chi la subisce.

Ma forse non sono consapevoli che tutto quello che percepiscono, al di la dei risvolti psicologici, deriva da questo senso così importante, così trascurato, eppure sempre operante, a nostra insaputa, a livello sottile.

Un profumo gradevole ci richiama subito l’olfatto ed il naso; un bel panorama, la vista e gli occhi; un manicaretto, il gusto e la lingua; una musica, l’udito e le orecchie. 

Ma uno schiaffo o una carezza raramente ci ricordano la pelle, l’organo di tatto, il senso più esteso che entra sino nella cavità orale, per dirci se un cibo scotta o è freddo, ed in ogni altro interstizio del nostro corpo, per dirci di un bruscolino negli occhi o una formica che passeggia nel nostro orecchio. 

Eppure il tatto e la pelle sono importantissimi con i loro risvolti energetici e vibrazionali che noi occidentali abbiamo dimenticato ma che i popoli orientali hanno ancora ben presenti.

Indiani, cinesi, giapponesi raramente si toccano perché sanno che attraverso la pelle si trasmettono tante cose, non solo i virus come, ahimè, abbiamo dovuto imparare a nostre spese: covid 19, docet! 

Attraverso la pelle si emana energia e la camera Kirlian ce l’ha dimostrato; ma anche si prende energia: abbraccia l’amico inspirando e respingi il nemico espirando, e questo è noto a tutti coloro che praticano arti marziali orientali.

Ma ogni volta che il tatto entra in funzione, a nostra insaputa qualcosa succede in anahata  chakra, e questo è l’aspetto più importante che chi pratica yoga dovrebbe sapere.

Il tatto è il tanmatra, la pelle e le mani sono i gyanendriya e karmandriya, gli organi di conoscenza ed azione.

Anahata è il centro dell’amore psichico, universale, ed una carezza vale più di mille parole.

Forse la distrazione e la superficialità con cui usiamo il tatto potrebbe essere la causa di tanti mali di quest’epoca, dove l’amore è relegato in fondo ai valori sociali, malgrado le religioni e le filosofie comunitarie lo mettano ai primi posti.

E la pandemia che stiamo vivendo, con le norme prudenziali di distanziamento che continuamente ci vengono ripetute non facilita le cose: tutti ci guardiamo con sospetto e si evita accuratamente di toccarsi e, qualora capitasse, tutti subito a lavarsi le mani, l’organo d’azione.

Eppure la carezza, il tocco sottile, lo sfioramento, oltre ad eccitare i sensi, aumenta la sensibilità dell’essere; ed allora, durante la meditazione o lo yoga nidra, potrebbe capitare di sentirsi sfiorare da un velo sottile, inspiegabile con la ragione: un atto d’amore che arriva da un’altra dimensione.

Scopo dello yoga non è quello di avere un fisico elastico ed in buona salute ma di risvegliare i chakra, ottenere i super sensi e, con quelli, contattare un’altra realtà.

Riappropriamoci di questo senso al più presto, utilizzandolo con la massima attenzione ed intensità.

Vi abbraccio tutti virtualmente, in attesa di poterlo fare fisicamente.

Con tanto amore

Hari Om. Vir.

L’importanza dei sensi

Come tutti i mammiferi l’essere umano ha cinque sensi il cui scopo primario è quello di collegare la mente al mondo esterno. Molto semplice! Pensate cosa saremmo senza sensi.
Ma stiamo tentando di arrivarci, gradualmente, semplicemente con il non uso, l’uso limitato o l’uso eccessivo.
Se non usiamo una mano, dopo un po’ perde mobilità ed abilità, per poi atrofizzarsi. Ma anche se l’usiamo troppo si rovina e diventa inutilizzabile.
Questo sta succedendo con i nostri sensi.
Dei cinque che sono, ne utilizziamo frequentissimamente solo due: vista e udito.
Specialmente in questo periodo, sempre davanti al televisore o davanti al computer, al tablet, o al cellulare, magari con le cuffie alle orecchie per ascoltare senza disturbare gli altri.
Gli altri sensi – gusto, olfatto, tatto – li usiamo soltanto in determinate occasioni e sempre più raramente visto l’isolamento sociale in cui ci troviamo costretti a vivere in questo periodo, che speriamo sia eccezionale ma che, probabilmente durerà, in modo più blando, per lungo tempo.

Altra cosa che dovrebbe farci riflettere è che vista ed udito ci abbandonano presto e ci costringono a ricorrere agli occhiali o ad apparecchi per l’udito.
La cosa non dovrebbe preoccuparci: sicuramente la scienza troverà dei sensori che sostituiranno gusto, olfatto e tatto, e gli apparecchi per vista ed udito saranno sempre più perfetti e potenti!!
Dov’è il problema?!

Ma per uno yogi la cosa non è così semplice: ad ogni senso è collegato un chakra, definito semplicisticamente come centro distributore d’energia.
Senza addentrarmi nella fisiologia esoterica dell’essere, ricordo che ogni chakra opera su tre livelli, fisico, psichico e spirituale, tutti ugualmente importanti per l’equilibrio dell’individuo, e che una tecnica utilizzata per attivare i chakra utilizza proprio l’uso del senso corrispondente.

Mooladhara, il così detto chakra di base, è collegato al senso dell’olfatto; il non uso dell’olfatto o il suo uso limitato o improprio comporta uno sbilanciamento nella personalità individuale.

Swadhisthana, così importante per l’equilibrio psichico, è collegato al senso del gusto, non solo a quello del cibo, ed il suo non usa comporta anche in questo caso uno sbilanciamento con sempre più frequenti cambi d’umore. E via dicendo per gli altri chakra.

Senza farla tropo lunga, in questo periodo di reclusione forzata, vi invito a fare un giochetto: cominciate ad annusare ogni cosa, ed a toccarla con uno spirito nuovo, sviluppando la consapevolezza del senso; attivate il gusto non solo nei confronti del cibo, ma di ogni cosa si possa assaporare, compreso figli e partner; attivate il tatto scoprendo o riscoprendo il piacere di una carezza o semplicemente del tenere una cosa in mano.
E tutto questo fatelo ad occhi chiusi ed in silenzio per accentuare la concentrazione e far riposare vista ed udito!!

Hari Om. Vir.