Pratyahara – di Swami Niranjananda

Secondo lo yoga, è importante mantenere il corpo in salute, libero da disordini, libero da tossine e da materiale escretorio. Similmente, per avere una mente in salute, è importante essere liberi da tensioni, preoccupazioni e depressione. Il metodo fornito dal Raja Yoga per ottenere questo obiettivo è la pratica del pratyahara. Pratyhara è estremamente importante per combattere lo stress.

Pratyahara significa diventare consapevoli di se stessi. In questo esatto momento voi non siete consapevoli di cosa avviene dentro di voi, delle azioni e reazioni che si stanno verificando nella vostra mente. Siete inconsapevoli dei pensieri che stanno per manifestarsi, delle sensazioni che sono prodotte. Nello stato di pratyahara, che nel raja yoga viene dopo le asana e il pranayama, si sviluppa la consapevolezza di se stessi.

Yoga Nidra

Il processo che porta allo sviluppo del pratyahara parte da yoga nidra. Come sa chiunque l’abbia sperimentato, yoga nidra è una tecnica di rilassamento che si pratica sdraiati. In questa pratica non si deve fare nulla: basta stendersi sul pavimento, come per dormire, e seguire le istruzioni dell`insegnante. Questi condurrà la consapevolezza attraverso le varie parti del corpo e ci renderà consapevoli dei nostri stati.

Grazie a yoga nidra possiamo portare il corpo, il sistema nervoso e gli organi interni verso uno stato di rilassamento. Quando il corpo raggiunge tale stato si ottiene un effetto sulla mente poichè mente e corpo sono integrati. La mente è sottile e il corpo, grossolano. Tutti sperimentano il corpo poichè può essere percepito dai sensi. L`esperienza della mente si produce attraverso i pensieri, i desideri, le speranze e le ambizioni. Il corpo è tangibile e visibile, mentre la mente può essere esperita, ma è intangibile. Si può conoscere l`esperienza della mente osservando i pensieri che nascono, le emozioni che si provano, i desideri che sorgono: questa è la mente. Quindi, si può dire che le esperienze provengono dalla mente.

Quando il corpo ottiene uno stato rilassato la mente ne è influenzata. La sua tendenza all’estroversione si riduce, e la mente diventa introversa. Una volta che la mente si rivolge verso il proprio interno, riesce ad ottenere il rilassamento.

Una volta fui contattato da una persona che affermava di non riuscire a dormire da due anni. Anche quando assumeva sonniferi, una pillola non bastava. Doveva prenderne due o tre per addormentarsi. Quando non prendeva I suoi sonniferi, si voltava e rivoltava tutta la notte nel letto. Mi chiese un rimedio.

Io gli dissi che non gli avrei proposto una cura poichè la cura non dipendeva da me o dallo yoga: “Il rimedio dipende dalle tue intenzioni. Se eseguirai le pratiche yoga nella maniera opportuna allora ne vedrai sicuramente i benefici”. Avendo detto solo questo, gli feci praticare esclusivamente yoga nidra per una settimana. Il quarto giorno si addormentò durante yoga nidra. Dormì lì nell’aula per tre ore. Quando si svegliò, vide che l’insegnate aveva lasciato la stanza. Si risvegliò confuso. Corse quindi da me e mi fermò con un’espressione di grande gioia sulla faccia. Mi disse, “Swamiji, oggi ho dormito.” Gli domandai come fosse riuscito a capire che aveva dormito. Mi rispose che se ne era reso conto guardando il suo orologio e dal fatto che l’insegnate aveva lasciato la classe di yoga.

Questo è solo un esempio di come si possa indurre la mente a rivolgersi verso l’interno riducendo coscientemente e consapevolmente lo stress del corpo e rimuovendone le tensioni. Quando la mente è interiorizzata, raggiunge uno stato di rilassamento. Questo è lo stato di pratyahara, e la prima pratica di pratyahara è yoga nidra.

Pranayama

Il Pranayama è la seconda più importante pratica per quelle persone la cui vita è piena di tensioni. Cosa si deve fare se lo stress rende difficile il sonno e, come risultato, diventa difficile anche stare svegli ed attenti?

Voi state viaggiando come passeggeri di un veicolo pubblico. I vostri occhi sono aperti; lasciate che rimangano aperti. Diventate consapevoli del vostro respiro. Quando inspirate attraverso le narici, avvertite una leggera frescura. Quando espirate, avvertite il calore che attraversa le vostre narici. Focalizzate la vostra attenzione sul senso di fresco e caldo che state sperimentando. Quando inspirate ripetete il mantra So; Quando espirate ripetete il mantra Ham. Soham, Soham, Soham è il mantra del respiro. Non si tratta di un mantra religioso; questo è il mantra del respiro. Kabirdas [1] disse:

Aisa jaap japo man layee,

Soham Soham surta gaayee,

Chhah sau sahasa ikison jaap,

Anahad upje aapahin aap.

Assorbite la vostra mente nel japa in modo che la vostra memoria e la vostra mente cantino sempre Soham, Soham. Il japa quotidiano composto da ventunomila e seicento mantra produce spontaneamente anahad nada, il suono distaccato, il suono illimitato, il suono divino.

Quando la vostra mente è focalizzata sul respiro, spontaneamente il respiro incomincia a cantare Soham, Soham. Soham sutra significa ‘il respiro incomincia a cantare Soham, Soham, Soham’. Anche quando siete seduti come passeggeri in un veicolo pubblico in movimento, con gli occhi aperti, se prestate attenzione al respiro e praticate il japa del Soham mantra per cinque minuti, la vostra tensione mentale sparirà e la chiarezza si manifesterà. Il vostro giudizio e le vostre decisioni appariranno ben ponderate. L’unica condizione è gestire la mente; ed il metodo per gestire la mente è respirare con il mantra Soham.

26 Luglio 2014, Swabhoomi Rangamanch, Kolkata, India

[1] Kabir fu un poeta mistico e santo indiano del quindicesimo secolo, i cui scritti influenzarono il movimento induista Bhakti ed i cui versi possono essere trovati nella scrittura Sikhism Adi Granth.

Visse la prima fase della sua vita in una famiglia mussulmana, ma fu pesantemente influenzato dal suo maestro, Ramananda, leaeder del movimento induista Bakti.

Kabir è noto per avere criticato sia l’induismo che l’islamismo, sostenendo che il primo fosse stato fuorviato dai Veda, mentre il secondo fosse stato fuorviato dal Corano. Kabir inoltre, mise in dubbio il significato e l’efficacia dei riti di iniziazione di entrambe le menzionate religioni.

A causa delle sue opinioni fu minacciato più volte sia dai mussulmani che dagli induisti. Tuttavia i suoi insegnamenti ispirarono così profondamente musulmani e induisti che, quado morì, sia gli uni che gli altri lo vollero ricordare come membro della propria religione.

Kabir suggerì che il Vero Dio accompagna chiunque si comporti rettamente, consideri e tratti tutte le creature come se stesso e sia distaccato dagli affari del mondo. Per conoscere Dio, suggeriva infine di meditare usando il mantra Rama, Rama.

da Yoga Magazine BS of Yoga, sept. 2017, pag. 14