Reprimere di Swami Sivananda Saraswati

Il “reprimere” è una scoperta della moderna psicologia che implica l’azione di contenere o seppellire le tendenze mentali indesiderate. Tale azione però è considerata come la causa di molte malattie e problematiche dello stato di salute di molti, e sebbene la cultura occidentale abbia completamente abbandonato l’utilizzo di tale azione e data piena libertà di espressione a tutte le facoltà sensoriali, malattie e disagi continuano a palesarsi negli individui. Ci sono così tanti disordini emozionali e psicologici nel mondo d’oggi!

Nella moderna psicologia la parola reprimere non ha lo stesso significato di quello insegnatoci dai nostri professori. Noi la comprendiamo in un modo diverso. Un bambino ha bisogno di giocattoli, è questa la sua necessità e se non viene corrisposta ecco che si reprime quella necessità! Quando questo bambino crescerà, vorrà avere degli amici per giocare e scherzare, e se ciò non succede, ancora lo si reprime! Quando poi quel bambino diverrà adolescente, desidererà un fidanzato o una fidanzata per vivere la sua sfera emozionale e sessuale, e se glielo si impedisce, ancora una volta avviene che si reprime qualcosa! Ovviamente, nel caso si tratti di un bambino di 8 anni che vuole fare esperienza sessuale e voi glielo negate, beh, non si tratta di reprimere una sua esigenza perché non si tratta affatto di una sua esigenza. Allo stesso modo se una donna di 30 anni vuole delle bambole e voi non l’accontentate, anche in questo caso non si reprime nulla poiché non si tratta di un suo vero bisogno.

In ogni età si sperimentano normali mancanze e sono correlati ai cosiddetti impulsi psico-emozionali. I miei impulsi di certo non sono gli stessi di un ragazzo. Ma se iniziassi a desiderare un giocattolo per bimbi la cosa migliore sarebbe bloccare quell’impulso poiché non è necessario per me, esattamente come un rapporto sessuale sarebbe non necessario per quel bambino di 8 anni, e la bambola per la quella donna di 30 anni. Questi stimoli devono essere bloccati ma non repressi. Reprimere è negare gli impulsi di natura psico-emozionali di una persona.

A volte si hanno 2 o addirittura 3 menti: è una sorta di diversa dimensione in cui si trova il soggetto. I soggetti squilibrati spesso hanno 2 menti che generano pensieri diversi e addirittura contraddittori. Se vi capita di avere diversi tipi di pensieri, occorre che ne sopprimiate uno, o rischiate di diventare schizzofrenici e finire in un manicomio. In una parte della vostra mente, ad esempio, pensate a come procedere sulla via spirituale, cercando di semplificare i propri bisogni, e praticando la continenza; nell’altra parte della mente, invece, avete idee differenti, o desideri legati ai vostri sensi, o cose anche più complesse. E’ come dire: in un modo siete degli swami, uno yogi, ma nell’altro siete un bhogi. Quindi, in tal caso, cosa fare? Abolite entrambi i modi o solo uno? Iniziate intanto a capire quale di questi modi è il più forte; se la vostra personalità spirituale è più forte allora lasciate andare l’altro modo di essere, se invece è l’aspetto più mondano a prevalere, allora sospendete quello spirituale per un po’ di tempo.

Molti pensano che reprimere sia pericoloso, ma nello yoga abbiamo avuto esperienze differenti che in tal contesto hanno la loro rilevanza. Noi abbiamo sperimentato che la repressione sviluppa immagini psichiche; se reprimete voi stessi, vi capiterà di fare molti sogni e avere una quantità di pensieri. Ecco perché chi vuole seguire il sentiero spirituale dovrà contenere i propri desideri poiché ciò permetterà di sviluppare il proprio corpo psichico e rafforzare le proprie facoltà spirituali.

Edizione speciale di “Yoga & Health” per “YOGA 91”, International Yoga Health Convention at Miami, Florida, USA, 24-25 agosto 1991